La Grafologia
L’ispirazione di risalire alle caratteristiche di un individuo attraverso la sua scrittura, ha origini antiche; vari accenni si trovano già negli scritti di Aristotele e Svetonio, il quale dedicò alla grafia dell’imperatore Adriano studi approfonditi. Tuttavia, l’apprendimento della scrittura, è stato per diversi secoli estremamente limitato, quindi per molto tempo è rimasta confinata all’interno di un ristretto ambito sociale.
Il primo trattato dedicato allo studio della scrittura, fu pubblicato nel 1622 da Camillo Baldi, considerato il precursore della grafologia. Ad esso seguirono numerosi autori che svilupparono questo campo di interesse: da Lavater, all’abate Michon, inventore del termine “grafologia”, e fondatore nel 1871 della Société Française de Graphologie, a Crépieux Jamin, allievo di Michon, il quale elaborò la tecnica del suo maestro, migliorandone la metodologia di esame, che è tuttora basilare nei criteri interpretativi dei vari indirizzi grafologici europei.
Tra gli altri studiosi, colonne portanti della moderna grafologia sono: Klages, caposcuola della grafologia tedesca; Pulver, grafologo svizzero, la psicoanalista Teillard, e Moretti, padre della grafologia italiana e fondatore della Scuola di Urbino.
Considerata oggi tra gli strumenti più validi per l’esplorazione del carattere e degli aspetti congnitivo-temperamentali, la grafologia è una disciplina fondata su canoni ben precisi, che le conferiscono una specifica dignità di “scienza umana”, basata su tecniche di interpretazione rigorose.
E’ un’efficace tecnica di indagine, con un vasto ventaglio di applicazioni: dalla perizia grafica, utilizzata nelle controversie giudiziarie, all’indirizzo scolastico, per la scelta di percorsi formativi, all’orientamento professionale, impiegata dalle aziende nel complesso delle indagini atte ad individuare attitudini, e potenzialità operative dei candidati.
Attraverso il gesto grafico, che caratterizza, e differenzia ognuno di noi, come un segno, un testimone indelebile, che accompagna l’essere umano lungo la sua storia, l’indagine grafologica può far luce anche su quanto vi è di più nascosto o mimetizzato nel suo intimo: infatti, di tutte le attività dell’individuo, quella che più delle altre porta con sé la traccia dell’uomo, è il modo di scrivere.
Consulenze peritali su base grafologica
Nell’ambito della perizia giudiziaria, che viene utilizzata per accertare o meno l’autenticità di uno scritto, la conoscenza grafologica, fornisce chiavi di lettura, ed elementi di identificazione, che conferiscono al lavoro un pregio qualitativo altrimenti non raggiungibile con altri criteri di interpretazione.
La prima testimonianza certa di perizia calligrafica, risale all’epoca dell’imperatore Giustiniano, il quale, nel 539 cita nel suo Digesto, notiziario 73, un errore giudiziario, da parte degli esperti grafici, che avevano definito falso un documento, risultato poi successivamente autentico.
In considerazione della vastità del ramo della perizia grafica, differenti sono i criteri di approccio, che cambiano a seconda del tipo di documento da esaminare; diverso sarà quindi il modo di procedere della perizia di una lettera anonima, rispetto a quello impiegato per un testamento o per una firma.
Sia che si tratti di scoprire gesti spontanei ed autentici, che gesti dubbi o artificiosi, il perito grafologo ha a disposizione un prezioso materiale d’indagine: la “personalità grafica” di ogni individuo, che emerge, carica di stimoli consci ed inconsci, unica tanto quanto le sue impronte digitali.
Ogni grafia possiede un movimento, un ritmo, e un’andatura esclusivi e irripetibili, che consentono di cogliere la personalità grafica del soggetto che l’ha tracciata, perché patrimonio scrittorio assolutamente individuale dello scrivente.
Essendo unica, infatti, la centrale di partenza degli impulsi motori, la periferica mano imitatrice, anche se sottoposta ad estenuante addestramento, continuerà a produrre gesti non condizionabili, perché inconsci, e per questo involontari.
Lo sforzo, che viene compiuto per ottenere un manufatto che sia pregevole per qualità, consente di smascherare, attraverso l’emersione di indicatori istintivi che vengono recuperati, perché sfuggenti al controllo, la modificazione voluta della naturale e spontanea grafia.
Solo, infatti, la spontaneità, e la naturalezza, fanno emergere in ciascuna scrittura tutti gli elementi personali che la caratterizzano, differenziandola da qualsiasi altra grafia.